Immigrant Song - 002
Immigrant Song - 002
Addio, innocenza
Era l'ultimo giorno che passava nella casa dei genitori.
Aisha decise di fare qualche foto ricordo di mamma e papà e della sorellina Sabine.
Sapeva che non appena sposata avrebbe avuto ben poche possibilità di rivederli con frequenza.
Pochi minuti dopo arrivò il suo promesso sposo.
Salutò con una stretta di mano il padre e la madre di Aisha, per poi baciare la giovane sposa.
La cosa che inquietò parecchio Aisha fu il modo in cui Bashtar paciò pure la sorellina Sabine. Le si accapponò la pelle.
"Magari tra qualche anno anche tu potrai essere la mia seconda moglie no? Quando tua sorella sarà ormai avanti con gli anni e molle dalle gravidanze."
Inutile dire che Sabine cercò di ritrarsi dal vecchio dalle labbra umide.
La cerimonia fu celebrata nel giardino della tenuta di Bashtar, alla sola presenza dei genitori di Aisha e di un testimone dello sposo. Non ci furono fiori, auguri, musica. Solo un contratto firmato.
In cui Aisha si sentiva di essere una proprietà che passava di mano.
Mentre ricacciava le lacrime in gola, pensò che lo stava facendo per la sua sorellina, Sabine.
Se fosse stata una buona moglie, se avesse dato dei bei figli a Bashtar, forse allora avrebbe avuto modo di chiedergli qualche soldo per la sua famiglia, che avrebbe potuto garantire a Sabina di conseguire un titolo di studio che le avrebbe permesso di...
"Aisha!"
La ragazza si scosse dai suoi pensieri.
"Dove sei?!"
Aisha cercò di seguire il suono della voce di Bashtar.
Non era abituata ad una casa così grande.
"Eccoti qui. La prossima volta devi essere più veloce a rispondere quando ti chiamo!"
"Scusi Bashtar, non sono ancora abituata a questa casa, è così grande..."
Il vecchio la schiaffeggiò in modo violento.
"Ecco, questo ti servirà ad imparare e a correre più in fretta d'ora in poi."
Aisha era terrorizzata. Era in quella casa da meno di un'ora e già le sembrava un inferno.
Finchè non cadde dalla padella alla brace.
Bashtar infatti cambiò improvvisamente tono e modi.
Sulla stessa guancia che ancora le pulsava per il colpo ricevuto, appoggiò lascivamente le labbra umide e cominciò a baciarla.
"Devi correre perchè io ho voglia di vedere se la mia nuova moglie è carina come penso. Ho bisogno di un erede ed è ora che lo mettiamo in cantiere."
Cominciò a cercare di spogliarla, e Aisha si ritrasse spaventata.
"E' la prima volta per me, la prego, mi dia tempo..."
Inutile dire che l'umore di Bashtar mutò nuovamente, ed in peggio.
"Tu non devi chiedere niente a me, sono io che decido quando e come. E il quando è ora, e il come te lo mostro subito..."
Aisha avrebbe voluto piangere tutta la notte, ma era costretta a dividere il letto con Bashtar.
Era l'inferno in terra.
Pensò di nuovo a Sabine: lo faceva per lei, doveva resistere.
E continuò ad aggrapparsi a questo pensiero mentre l'alito di Bashtar le si faceva più vicino.
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